Deputati e senatori siciliani al primo Parlamento italiano
di Angelo Grimaldi
Salvatore
Calvino nacque a Trapani il 25 dicembre 1820 da Giuseppe ed Angela
Lombardo. Figlio di un noto avvocato, si iscrisse a Giurisprudenza
presso l’Università di Palermo (fu allievo del giurista Emerico
Amari, fratello di Michele Amari, studioso della civiltà araba). In
quegli anni a Palermo erano sorte varie società segrete, tra cui la
“Giovine
Italia”
alla quale Calvino aderì. L’esperienza palermitana gli consentì,
una volta tornato a Trapani, dopo aver conseguito la laurea, di
assumere nel 1845 il ruolo di redattore statistico provinciale e
l’incarico di segretario del Comitato Segreto, attraverso cui
mantenne i contatti con il Comitato Centrale di Palermo, presieduto
da Rosolino Pilo.
La Sicilia aprì le stagioni delle
rivoluzioni del 1848 con i moti di Palermo del 12 gennaio1.
Ben presto, la rivoluzione da Palermo si propagò anche a Trapani.
Salvatore Calvino colse l’occasione per spingere i trapanesi alla
rivolta, che scoppiò il 29 gennaio 1848: da un lato Enrico
Fardella2,
fratello del Marchese Vincenzo Fardella3,
attaccò con rapidità dall’esterno, mentre il Nostro (ed i suoi)
si lanciò all’assalto di castelli e fortificazioni. In questo modo
i due patrioti trapanesi riuscirono a debellare il presidio
regio.
Nel marzo 1848 Calvino fu nominato membro della
Commissione per l’organizzazione della Guardia Nazionale. Poco dopo
si unì al generale Ignazio Ribotti a capo di una Spedizione di 500
siciliani (tra i quali anche il Colonnello Enrico Fardella) a
sostegno dell’insurrezione
calabrese4.
La Spedizione non ebbe l’esito sperato, Calvino fu catturato a
Corfù e tenuto prigioniero per 17 mesi nel Castello di Sant’Elmo
di Napoli. Il 12 dicembre del 1849 fu rimesso in libertà, si rifugiò
a Genova dove cercò di mantenersi come insegnante. Nel 1859
partecipò alla II guerra d’Indipendenza arruolandosi nel Corpo dei
Cacciatori della Magra al seguito dell’amico Ribotti, suo compagno
di prigionia nel 1848. Grazie anche all’insurrezione del 4 aprile
1860, scoppiata a Palermo nel Convento della “Gancia”, capeggiata
da Francesco Riso, Giuseppe Garibaldi si convinse sul proposito di
organizzare una Spedizione in Sicilia. Nel frattempo Calvino,
da Rimini si recò a Genova per partecipare alla Spedizione. Scrive
Matteo Mazziotti:
… giunse la notizia dell’insurrezione di Palermo del 4 aprile e della formazione di numerose bande nell’isola. L’ora stringeva: parecchi moderati e mazziniani si unirono a preparare la spedizione di soccorso, specialmente il Medici, il Bixio, il Bertani, il Farina. La voce della prossima partenza di essa si propagò in Piemonte e nella Lombardia e da ogni parte affluirono in Genova gli antichi soldati di Garibaldi e giovani gagliardi desiderosi di prender parte all’ardita impresa […] L’annunzio dell’insurrezione siciliana, giunto a Torino soltanto la sera del 6 aprile entusiasmò gli esuli. La Società Nazionale promosse una sottoscrizione per aiutarla […] Sono note, per il racconto di vari scrittori, le incertezze e le crudeli alternative che precedettero la partenza della Spedizione5.
Calvino
partecipò alla Spedizione dei Mille, durante la battaglia di
Calatafimi fu ferito leggermente. Garibaldi gli diede l’ordine di
collaborare con Giovanni Corrao e con Rosolino Pilo con un piccolo
nucleo di garibaldini (fu testimone della morte di Pilo). Si distinse
nella battaglia del ponte dell’Ammiraglio e nell’occupazione di
Piazza Bologni.
Con Decreto n. 15 del 2 giugno 1860, art. 5, il
Presidente del Consiglio dei Segretari di Stato6,
Giuseppe Garibaldi (controfirmato dal Segretario di Stato Francesco
Crispi) nominò il Capitano di Stato Maggiore Salvatore Calvino
Direttore al Dicastero della Guerra e della Marina7.
Il
3 febbraio 1861
Calvino
fu eletto deputato nel collegio di Monreale e poi nel 1865, 1867 e
1870 deputato per il collegio di Trapani. Fu nominato segretario
dell’ufficio di presidenza dal 15 dicembre 1866 al 13 febbraio 1867
(IX Legislatura) e dal 22 marzo 1867 al 2 novembre 1870 nella X
Legislatura. Il 20 aprile 1866 fu primo firmatario di un progetto di
legge di iniziativa parlamentare, dal 2 giugno 1869 al 14 agosto 1870
fece parte della Commissione d’inchiesta parlamentare “sopra i
fatti di supposta illecita partecipazione di alcun deputato alle
operazioni della regia cointeressata dei tabacchi”.
Si
contano 88 interventi fatti dal deputato Calvino, fra i quali un
intervento nella discussione del progetto di legge sulle strade
nazionali siciliane ed una richiesta di chiarimenti rivolti al
ministro dei lavori pubblici, Agostino Depretis8,
sul tratto ferroviario Trapani-Palermo-Agrigento. Così gli rispose
il ministro:
io riconosco l’importanza della strada accennata dall’onorevole deputato Calvino. Il concetto di ferrovia che da Trapani girando verso Marsala venga poi a riuscire a Palermo è sotto tutti i rapporti, sia dell’interesse generale dello Stato, sia dell’interesse della produzione locale […] L’onorevole Calvino e quelle popolazioni rimarranno, spero, soddisfatti dalle dichiarazioni che io faccio di portare tutto il mio interesse a quella strada, che conosco di grandissima importanza sia nell’interesse di quelle popolazioni che nell’interesse generale dello Stato9.
Muore a Roma il 21 settembre 1883.
1 GRIMALDI, Angelo, La revolución y el estatuto constitucional siciliano del año 1848, Revista Misión Jurídica, Vol. 12 n. 17 del 2019, Universidad Colegio Mayor de Cundinamarca, Facultad de derecho, Bogotà, Colombia.
2 Esponente della famiglia dei Marchesi di Torrearsa, Enrico Fardella fu un rivoluzionario antiborbonico, tra i protagonisti della rivoluzione siciliana del 1848 insieme al fratello maggiore Vincenzo Fardella Marchese di Torrearsa futuro presidente del Senato del Regno. Liberò Trapani insieme a Salvatore Calvino, divenne colonnello dell’esercito costituzionale siciliano. Nel 1849 va in esilio volontario a Londra dove si arruola partecipando alla guerra di Crimea (si sposa con l’irlandese Giannina Drucket). E’ con Giuseppe Garibaldi nella Spedizione dei Mille, nella quale gli viene affidata una Brigata dell’Esercito Meridionale; si veda DI CARLO, Eugenio, Un trapanese del Risorgimento: La guerra di secessione ed il Generale Enrico Fardella, Trapani, Rassegna mensile della provincia, n. VIII, 15 agosto 1961, pp. 1-8.
3 GRIMALDI, Angelo, Vincenzo Fardella Marchese di Torrearsa, Firenze, “Camicia Rossa”, n. 1, gennaio-aprile 2020, pp. 10-11.
4 Documenti storici riguardanti l’insurrezione calabra. Preceduti dalla storia degli avvenimenti di Napoli del 15 maggio, Napoli, Stabilimento tipografico dell’Araldo, 1849.
5 MAZZIOTTI, Matteo, La reazione borbonica nel Regno di Napoli, Milano-Roma-Napoli, Società Editrice Dante Alighieri, di Albrighi, Segati e c., 1912, pp. 383-387.
6 GRIMALDI, Angelo, Il primo governo di Garibaldi in Sicilia, Firenze, “Camicia Rossa”, n. 1/2017, pp. 11-12.
7 Atti del governo dittatoriale e prodittatoriale in Sicilia in, Archivio di Diritto e Storia Costituzionale, Forlì, Rivista di Diritto e Storia Costituzionale del Risorgimento.
8 GRIMALDI, Angelo, Agostino Depretis prodittatore in Sicilia, Firenze, “Camicia Rossa”, n. 2/20117, p. 11.
9 Camera dei Deputati, VIII Legislatura del Regno d’Italia, Sessione 1.2-6, pp.3648-3649, in Camera dei Deputati, portale storico.